mercoledì 24 aprile 2013

Turismo “linguistico”

 
 

La lingua di Cervantes, oltre ad essere la lingua con la quale comunicano milioni di persone in Spagna e America Latina, è diventata un’attrazione turistica di prim’ordine.
Ieri si celebrava il Giorno Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore per la coincidenza in questo giorno della morte di autori della taglia di William Shakespeare, El Inca Garcilaso de la Vega e Miguel de Cervantes. A quest’ultimo dobbiamo l’opera per eccellenza del castigliano, Don Chisciotte della Mancia, nella quale utilizzò questa lingua come mai nessuno prima era riuscito.
Pur senza speranza di raggiungere il saper fare di questo genio, centinaia di migliaia di stranieri arrivano ogni anno in Spagna attratti dalla nostra lingua. Secondo i dati del Ministero dell’Industria, Energia e Turismo, nell’anno 2012, più di 936.000 turisti sono venuti nel nostro paese con l’obiettivo di dominare lo spagnolo. In questo modo, solamente in due anni e nonostante la situazione di crisi nella zona euro, il numero di turisti “idiomatici” si è duplicato, giacché nel 2010 erano solo 481.300, cifra che aumentò nel 2011 fino a 768.500.
Però attenzione, la permanenza media di questo tipo di turisti è di 25,7 giorni, e ne rappresentano cinque in meno rispetto ad un anno fa e più di venti in meno rispetto a due anni fa. Praticamente, la spesa totale per persona si mantiene intorno ai 2.100 euro, un livello molto simile a quello del 2010. Comunque, ogni giorno di soggiorno, questi turisti lasciano nel nostro paese una media di 85 euro.


Un gruppo di studenti con Mario Vargas Llosa
 
 
 
 
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